PORTA SAN GALLO Affresco

Restauro affresco . Restoration of the fresco

La vera terra dei barbari non è quella che non ha mai conosciuto l’arte, ma quella che, disseminata di capolavori, non sa né apprezzarli né conservarli”.

Marcel Proust

 

 

 

 Sulla porta, le cui chiavi sono ancora conservate nella sezione di storia locale di Palazzo Vecchio, un'iscrizione ricorda la fondazione della costruzione nel 1285 per impulso del Capitano di parte Guelfa Rolandino da Canossa, mentre un'altra più tarda celebra il passaggio di Re Federico IV di Danimarca nel 1708. Sull'esterno è decorata da due Marzocchi, o leoni di Parte Guelfa, in pietra, mentre nella lunetta interna conserva tracce di un affresco con la Madonna e santi di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio (Michele Tosini, d.), Paolo di Giovanni.

On the gate, whose keys are still stored in the local history section of Palazzo Vecchio, an inscription recalls the foundation of the building in 1285 on the initiative of the Captain of the Guelph Party, Rolandino da Canossa. A later inscription celebrates the passage of King Frederick IV of Denmark in 1708. On the outside it is decorated by two Marzocchi, or lions of Guelph Party, in stone, while in the inner lunette it preserves traces of a fresco with the Madonna and Saints by Michele di Ridolfo del Ghirlandaio (Michele Tosini), Paolo di Giovanni. 

 

 

Valore del’intervento:€ 50.000.00 / Value of the intervention: € 50.000.00 

Durata dei lavori: 90 gg / Duration of works: 90 days

 

Tipologia Intervento: durante una campagna di restauro, fra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta del Novecento, il dipinto a fresco venne staccato dal supporto murario e trasportato su supporto in masonite tamburata a nido d’ape, suddividendolo in varie parti, date l’estese dimensioni, e infine ricollocato in situ.

Gli interventi ebbero lo scopo di interrompere la migrazione di sali solubili dalla muratura di supporto, causa principale di fenomeni solfatativi superficiali e profondi che ne minacciavano la conservazione.

Da quegli interventi non sono cambiate le condizioni climatiche e ambientali che avevano determinato i fenomeni degradanti, inoltre, l’affresco ha subito anche gli effetti prodotti dalla presenza superficiale di fissativi e ravvivanti di origine biologica o chimica, stesi nei precedenti interventi, che alterandosi oltre ad aver prodotto trazioni, fratture e perdite di colore, costituiscono una sorta di velo biancastro traslucido che riduce notevolmente la lettura delle raffigurazioni. 

A fine restauro l’affresco sarà collocato all’interno della Biblioteca delle Oblate nella Sala Conferenze, ove già si trovano gli affreschi di Porta alla Croce e di Porta a Prato.

 

Intervention typology: during a restoration campaign, between the late fifties and the beginning of the sixties of the twentieth century, the fresco painting was detached from the wall support and transported on a honeycomb masonite support, dividing it into several parts, given the large size, and finally relocated in situ.
The aim of the interventions was to stop the migration of soluble salts from the support masonry, the main cause of superficial and deep sulphating phenomena that threatened its conservation.
From those interventions, the climatic and environmental conditions that had determined the degrading phenomena have not changed, moreover, the fresco has also suffered the effects produced by the surface presence of fixatives and revivers of biological or chemical origin, in the previous interventions, that altering in addition to having produced tractions, fractures and loss of color, constitute a sort of translucent whitish veil that greatly reduces the reading of the representations.
At the end of the restoration, the fresco will be placed inside the Oblate Library in the Conference Room, where the frescoes of Porta alla Croce and Porta a Prato are already located. 

 

 Attrattività: La ricollocazione di copia fotografica in situ e dell’originale presso la sala conferenze della Biblioteca delle Oblate, rappresenta momento di importante valorizzazione della sponsorizzazione.

Attractiveness: The relocation of photographic copies in situ and of the original in the conference room of the Oblate Library, represents a moment of important enhancement of the sponsorship.

 

Notizie storico-artistiche: Eretta nel 1284-1285 per volontà del capitano di parte Guelfa Rolandino da Canossa (come documenta un'iscrizione in loco), la porta faceva parte dell'ultima cerchia di mura e si apriva sulla strada per Bologna: essendo una delle prime ad essere costruita, tradizionalmente la si riconduce ad un disegno di Arnolfo di Cambio. Già ridotta d'altezza durante l'assedio del 1529 e murata (previa apertura di una postierla poco distante), fu poco dopo riaperta e nuovamente murata nel 1552 per volere di Cosimo I, quindi ancora riaperta nel 1661. Fino al 1848 dal lato esterno era esposto un tratto della catena che chiudeva il Porto di Pisa, conquistato dai fiorentini nel 1362. Ora la porta sorge isolata sulla grande piazza definita nell'ambito del piano di rinnovamento della città negli anni di Firenze Capitale (1865-1871) da Giuseppe Poggi, inserita dal lato che guarda alla città nello spazio a verde centrale, dominato, dal lato opposto, dall'arco di trionfo lorenese del 1739. Come già detto scapitozzata nel Cinquecento, si presenta coronata dalle cinquecentesche troniere per i cannoni, protette da un'ampia tettoia, attuale frutto di un rifacimento dei primi anni trenta del Novecento condotto dall'Ufficio Belle Arti del Comune di Firenze, che nuovamente intervenne sulla struttura con un restauro complessivo databile tra il 1958 e il 1960. Nella lunetta posta all'interno dell'arcata vi è un affresco cinquecentesco attribuito a Michele di Ridolfo del Ghirlandaio raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi Giovanni Battista e Cosimo, staccato, quindi restaurato nel 1953-1954 (altrove 1959, restauratore Giuseppe Rosi) e nuovamente nel 2002-2003, nell'ambito di un intervento sull'intera struttura condotto dall'ufficio Belle Arti del Comune di Firenze (progetto e direzione dei lavori architetto Claudio Cestelli).

 

Historical and artistic information: Erected in 1284-1285 by the will of the captain of Guelph Party, Rolandino da Canossa (as documented by an inscription on site), the gate was part of the last circle of walls and opened on the road to Bologna: being one of the first to be built, traditionally it is traced back to a design by Arnolfo di Cambio. Already reduced in height during the siege of 1529 and walled up (after the opening of a postern gate nearby), it was reopened a little later and again walled up in 1552 at the behest of Cosimo I, then reopened again in 1661. Until 1848, a section of the chain that closed the Port of Pisa, conquered by the Florentines in 1362, was exposed from the outside. Now the door stands isolated on the large square defined as part of the plan of renewal of the city in the years of Florence Capital (1865-1871) by Giuseppe Poggi, inserted on the side overlooking the city in the central green space, dominated, on the opposite side, from the Lorraine triumphal arch of 1739. As already said scapitozzata (beheaded) in the sixteenth century, it is crowned by the sixteenth-century guns holes, protected by a large canopy, the current result of a remaking of the early thirties of the twentieth century conducted by the Fine Arts Office of the City of Florence, which again intervened on the structure with a total restoration datable between 1958 and 1960. In the lunette inside the arch there is a sixteenth-century fresco attributed to Michele di Ridolfo del Ghirlandaio depicting the Madonna and Child with Saints John the Baptist and Cosimo, detached, then restored in 1953-1954 (elsewhere 1959, restorer Giuseppe Rosi) and again in 2002-2003, as part of an intervention on the entire structure conducted by the Fine Arts Office of the Municipality of Florence (project and works direction by the architect Claudio Cestelli).