Museo di S. Maria Novella – Chiostrino dei Morti
Restauro del Chiostrino dei Morti/Little Cloister of the Dead
“Una cosa bella è una gioia per sempre”
John Keats
Il complesso monumentale di Santa Maria Novella è universalmente riconosciuto come una delle più importanti opere architettoniche esistenti, il cui pregio è riassunto e ben rappresentato, nell’immagine pubblica, dalla facciata della chiesa, indiscusso capolavoro di Leon Battista Alberti. E’ anche un contenitore di grandi opere d’arte, di maestri come Andrea di Bonaiuto, Masaccio, Domenico Ghirlandaio, Filippino Lippi, Paolo Uccello, Brunelleschi, Bronzino, Rossellino, ed altri non meno illustri. Del vasto complesso architettonico fa parte un vero e proprio sistema di Chiostri, che comprende Il Chiostro Grande, Il Chiostro Verde, il Chiostro della Sindicheria, Il Chiostrino di Padre Dati e il Chiostrino dei Morti.
The monumental complex of Santa Maria Novella is universally recognized as one of the most important architectural existing works whose value is summed up and represented in the public image by the facade of the church, the undisputed masterpiece of Leon Battista Alberti. It 'also a container of great works of art by masters such as Andrea Bonaiuto, Masaccio, Domenico Ghirlandaio, Filippino Lippi, Paolo Uccello, Brunelleschi, Bronzino, Rossellini, and no less illustrious others. The vast architectural complex incorporates a real system of Cloisters, which includes The Great Cloister, The Green Cloister, the Cloister of Sindicheria, The Cloister of Father Dati and the Cloister of the Dead.
Valore dell’intervento/Value of intervention: € 480.000,00
Durata dei lavori/Time Line: 400 giorni/days
Tipologia dell’intervento: obiettivo dell’intervento sarà il recupero di uno stato conservativo di una ulteriore porzione dell’apparato decorativo che caratterizza il Chiostrino dei Morti, costituito fra l’altro dagli affreschi della cappella dell’Annunciazione, dagli elementi architettonici in arenaria modanati e ornati, dagli stemmi e dalle lapidi parietali. Le opere saranno eseguite secondo le aspettative intese dal vigente Testo Unico in Materia dei Beni Culturali, ripristinando. per restituire ad una ulteriore porzione dell’ambiente, che fa parte del Museo di Santa Maria Novella ed è meta di numerosissimi visitatori, la corretta visibilità delle proprie qualità storico artistiche. Le lavorazioni previste sono opere di restauro di superfici decorate d’immobili monumentali, classificabili in categoria OS2-a, e precisamente: opere di restauro di affreschi in situ; opere di restauro di affreschi staccati; opere di restauro lapidei.
Type of intervention: aim of the intervention will be the recovery of a state of conservation of a further portion of the decoration that characterizes the Cloister of the Dead, consisting, among others, by the frescoes in the chapel of the Annunciation, the architectural elements in sandstone moldings and ornate, the crests and the parietal plaques. The works will be performed in line with the expectations intended in force of the Consolidated act in Matter of Culture, restoring, to return to a further portion of the environment, which is part of the Museum of Santa Maria Novella and is a destination for many visitors, the correct visibility of its historical and artistic qualities. The planned processes provide for restoration of decorated surfaces of monumental properties, classified in category OS2-in, precisely: restoration of frescoes in situ; restoration of detached frescoes; restoration of stone elements.
Attrattività:Alta, per possibilità di allestimento dell’area di deposito del cantiere sullo spazio esterno, prospiciente piazza Stazione. Inoltre il cantiere sarà ben visibile a tutti i visitatori del Museo di Santa Maria Novella.
Attractiveness: high, for the possibility of setting up the storage area of the construction site on outer space, overlooking Station Square. In addition, the site will be visible to all visitors of the Museum of Santa Maria Novella.
Notizie storico-artistiche: la costruzione della basilica fu iniziata alla metà del XIII secolo, in luogo di un oratorio del X secolo, dedicato alla Vergine, con il nome di S.M. delle Vigne. La fabbrica, progettata dai frati domenicani Sisto e Ristoro da Campi, fu completata nelle sue parti essenziali, comprendenti il campanile e la Sagrestia, nel 1360, da Fra’ Iacopo Talenti da Nipozzano, sul modello delle grandi cattedrali gotiche, ma con una sobrietà di stile più confacente allo spirito religioso dei padri dell’ordine mendicante, che dovevano officiarvi. Il Chiostro dei Morti, ex cimitero già costruito intorno al 1270 dai Domenicani, riutilizzando probabilmente un precedente chiostro dei canonici che sappiamo esistente nel 1179, fu rimaneggiato alle attuali dimensioni nel 1337-1350. Presenta su due lati arcate con volte a crociera ribassate su pilastri ottagonali trecenteschi con soprastante ballatoio, sorretto da mensole molto aggettanti, che porta dal dormitorio alla sacrestia della chiesa. Vi si apre la cappella funeraria degli Strozzi con due pareti affrescate con la Natività e la Crocefissione, attribuite ad Andrea Orcagna o alla sua scuola; una terza parete presentava l’ Annunciazione, ma venne abbattuta nel 1840 per creare la stazione Maria Antonia. Questi affreschi, come quasi tutti quelli nella chiesa e nel convento, vennero staccati, restaurati e ricollocati dopo i danni dell’alluvione di Firenze (1966). Tramite la divisione con pareti delle varie campate, furono ricavate alcune cappelle: la Cappella di Sant’Anna, con Storie di Sant’Anna e di Maria, affreschi attribuiti alla cerchia di Nardo di Cione; la Cappella di San Paolo, con Crocefissione e San Domenico, affreschi molto rovinati della scuola dell’Orcagna. Nella lunetta di una porta murata, sotto il portico, si trova una delle rare opere attribuite scritti di Lorenzo Ghiberti, al misterioso seguace di Giotto, Stefano fiorentino: un affresco con San Tommaso d’Aquino. Sul lato ovest abbiamo una cappella con la terracotta policroma invetriata con il Noli me tangere, di Giovanni della Robbia e una statua in pietra di Girolamo Ticciati, il Beato Giovanni da Salerno.
Historical and artistic information:The construction of the basilica was started in the middle of the thirteenth century, in place of an oratory of the tenth century, dedicated to the Virgin, with the name of Holy Mary of the Vineyards. The factory, designed by the Dominican friars Sisto and Ristoro da Campi, was completed in its essential parts, including the bell tower and the sacristy, in 1360, by Fra 'Jacopo Talenti from Nipozzano, on the model of the great Gothic cathedrals, but with a sober style more suited to the religious spirit of the fathers of the beggars, who had to officiate there. The Cloister of the Dead, a former cemetery already built around 1270 by the Dominicans, probably by reusing a former cloister of the canons that we know as existing in 1179, was remodeled to its current size in 1337-1350. It presents on two sides vaulted arches lowered on octagonal fourteenth century pillars with overlying gallery, supported by very projecting corbels, leading from the dormitory to the sacristy of the church. It opens on it the funeral chapel of the Strozzis with two walls painted with the Nativity and the Crucifixion, attributed to Andrea Orcagna or his school; a third wall showed the 'Annunciation’, but was demolished in 1840 to create the station Maria Antonia. These frescoes, like most of those in the church and the convent, were removed, restored and replaced after the flood damages of Florence (1966). Through the division with walls of various spans, there were obtained several chapels: the Chapel of St. Anne, with Stories of St. Anne and Mary, frescoes attributed to the circle of Nardo di Cione; the Chapel of St. Paul, with the Crucifixion and San Domenico, very damaged frescoes by Orcagna’s school. In the lunette of a sealed shut door, under the porch, there is one of the rare works attributed by the writings of Lorenzo Ghiberti to the mysterious follower of Giotto, Stefano Fiorentino: a fresco of St. Thomas Aquinas. On the west side we have a chapel with polychrome glazed earthenware with Noli Me Tangere, by Giovanni della Robbia and a stone statue of Girolamo Ticciati representing Blessed Giovanni da Salerno.